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CHIARA.GIANNESE©

L'arte dei nuovi supporti documenta il mondo

Mariachiara Giannese (Taranto, 1994) esprime la contemporaneità nel pieno rispetto di ciò che oggi si potrebbero identificare come i nuovi mezzi di comunicazione. La digitalizzazione è il supporto materico dei suoi ultimi lavori come Song  del 2019 e Discrepancy del 2018, due opere di video-arte nelle quali l’autrice documenta la realtà contemporanea circostante, elaborando il concetto di individualità assente, che è da sempre un soggetto fisso della sua espressione artistica.

Maurizio Di Leo

Dott. Storia dell’Arte

Statement | Progetti: Benvenuto

PROGETTI |

SONG |

Chiara Giannese: il collage digitale della surmodernité
a cura di Maurizio Di Leo

Con il suo lavoro pubblicato nel 1992 dal titolo Non-Lieux. Introduction à une anthropologie de la surmodernité [Nonluoghi. Introduzione ad un’antropologia della surmodernità], Marc Augé introduce il concetto di “non-luogo”, quello spazio dell’umano che non risponde ai caratteri di individualità, storicità e relazione che erano tipici dello spazio antropologico. Questi nuovi spazi sono stati elaborati in chiave metaforica dall’esperienza artistica di Mariachiara Giannese (1994) nel suo ultimo collage digitale dal titolo Song. Attraverso fotogrammi in B/W e ‘filetti’ di manzo sospesi, l’artista analizza le opposizioni del nostro tempo: l’automazione dei nostri ambienti fruiti da identità anonime, intese come utenti solvibili. La sensazione del fruitore deve essere personale, dunque, immerso nel ritmo ripetuto composto dal gruppo Militia e dalle parole del poeta irlandese, che assumono per lo spettatore un senso di estraniazione, alienazione e decadenza. Non è una volontà di denuncia, ma una mera presentazione della realtà contemporanea.

SONG |

Chiara Giannese | Video art | 2019

Musica di Militia - Song


L’opera “Song” è stata esposta nel contesto

della 58esima Esposizione internazionale d’Arte -

La Biennale di Venezia.

Mariachiara Giannese declina il tempo nella sua ultima opera di video-arte dal titolo Song, nella quale il concetto di tempo assume un significato di stasi culturale in relazione all’umano, primo elemento percettivo di questo scorrere. [...] Lo fa attraverso la novecentesca tecnica del collage di immagini, tecnica mista che abbandona il suo tradizionale supporto cartaceo per il moderno digitale: un assemblaggio di fotografie in movimento, nel quale sono inseriti pezzi di carne fluttuanti, come pezzi di ritagli presi da un flyer di supermercato e incollati sul B/W di scenari naturali. [...] L’occhio dello spettatore cade incessantemente sui pezzi di carni adagiati su alcuni elementi del paesaggio. È un espediente da parte dell’artista di concretizzare visivamente ciò che Augé ha definito come “identità anonime”, ossia quegli utenti solvibili che occupano questi "non-luoghi" rispettando un contratto che li decontestualizza come persone viventi e li trasforma in essere inanimati. [...] questi ‘pezzi di carne’ sono per l’artista la rappresentazione ironica dell’umano, presenti nei luoghi deputati al benessere collettivo, ma allo stesso tempo assenti dal luogo stesso. Mentre infatti questi fluttuanti elementi morti sono esaltati dal colore, i paesaggi vivono una fredda scala di grigi in un tempo statico, che è ciclico e ripetuto, così come l’opera si apre con l’immagine di una lampada bluastra e si chiude con la stessa.


a cura di Maurizio Di Leo

Statement | Progetti: Progetti

PROGETTI |

TARGET |

Chiara Giannese: il bersaglio dell’individualità ingabbiata
a cura di Maurizio Di Leo

Con il termine target, la nota enciclopedia Treccani definisce il raggiungimento di uno scopo economico che un’azienda si prefigge, mirando a un determinato «segmento di mercato» (2012).Già negli anni 30 dello scorso secolo, il sociologo e critico tedesco Walter Benjamin aveva affermato che la riproducibilità tecnica sottrae all’arte e al suo senso creazionista la sua aura magica (1935-1939). Largamente discusso, il saggio del filosofo tedesco è precursore di quel concetto di omologazione e unificazione determinato dai massmedia e di cui l’arte è ancora oggi testimone (Brian Elliott, Benjamin for Architects, 2011).

DISCREPANCY |

Chiara Giannese | Video art | 2018

L’artista decide di dare spazio al concetto di “discrepanza”, presentata come disaccordo temporale, definito in tre riquadri di diversa velocità narrativa. [...] Chiara mette in mostra la padronanza che gli oggetti di mercato hanno sulle proprie scelte: la figura androgina cede allo schema gender imposto, e in concordanza con la seconda scena, rompe un’idea di individuo per esprimerne un’altra. Anche per quest’opera, l’artista tenta di sottolineare un punto di vista e non di denunciarlo, coordinando aspetto reale dell’individuo con i suoi concetti e idee: una rottura di un oggetto in vetro ha lo stesso valore di disaccordo fra le parti di vera volontà di essere e gli oggetti che ha intorno.


a cura di Maurizio Di Leo

TARGET |

Chiara Giannese | Video art | 2018

Così Target si trasforma in un video che vede protagonista l’artista stessa come in una performance teatrale. Esplica il movimento fatto di sovrapposizione di fotogrammi. È su queste note che si sviluppa il progetto di video editing che l’artista mette a disposizione del pubblico: grazie all’interazione di Arduino e Processing, lo spettatore è in grado di scegliere quando fermare il tempo attraverso la semplicità gestuale quotidiana della pressione di un pulsante. Ma la possibilità di bloccare una raffigurazione, impedisce davvero la curiosità di vederla? L’artista ha riaperto   inconsapevolmente una querelle spinosa: siamo davvero liberi di scegliere?

a cura di Maurizio Di Leo

Statement | Progetti: Progetti

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